Herbert Thurston (1856-1939), un gesuita molto attento ai fenomeni parapsicologici e decisamente aperto all’ipotesi spiritica (che parve abbracciare, negli ultimi tempi della sua vita), scrisse un gran numero di articoli in tema di poltergeist, pubblicandoli in riviste religiose e in sedi prestigiose quali il Supplemento letterario del Times. Diverso tempo dopo la sua morte questi lavori furono in gran parte recuperati e assemblati in un libro uscito nel 1955, che ebbe un immediato successo in tutta Europa: Ghosts and Poltergeists. In Italia fu edito dalle Edizioni Paoline con il titolo Spiriti e Spettri. Oltre all’esposizione dettagliata di casi famosi, l’opera contiene vari accenni alle posizioni dell’autore, che vedeva in quelle manifestazioni non solo le tracce del demonio – come indicato della dottrina della Chiesa cattolica – ma anche l’effetto di forze soprannaturali non diaboliche di natura indeterminata. Ecco alcune affermazioni significative contenute in articoli del 1935-36 unificati a formare il penultimo capitolo del libro citato.
«… trovo impossibile credere che queste manifestazioni… siano frutto di allucinazione più che di realtà. Vi sono decine di altri resoconti (alcuni dei quali basati su accurati esami di testimonianze rese a regolari tribunali) che danno ogni garanzia di autenticità. Ed è anche poco verosimile che tutti i resoconti giornalistici siano stati scritti senza alcuno scrupolo, col solo scopo di avere una notizia sensazionale. Molti di essi rivelano una sana attitudine critica da parte dell’inviato, nonostante si veda costretto a dipendere dalle testimonianze raccolte sul luogo.
«Per quanto io sia del tutto convinto della realtà di questi fenomeni di poltergeist… non ho la minima intenzione di negare il fatto che non si potrebbe immaginare nulla di più futile e senza scopo (si potrebbe addirittura dire nulla di più puerile) di queste inspiegabili manifestazioni di spettri dal carattere capriccioso… dalla spiccata tendenza verso ogni forma di scherzi esasperanti. Per dirla con le parole di Alice nel Paese delle Meraviglie: “Lo fanno solo per dar fastidio, perché sanno indispettire”. Ciò nondimeno mi pare che questi fenomeni abbiano almeno un valore: quello di provare l’esistenza di un mondo di agenti spirituali che non possiamo conoscere direttamente con i nostri sensi. Questi incidenti, per il rozzo materialista, devono essere difficilissimi a spiegarsi: le pietre sono cadute perché sono corpi solidi e si possono infatti vedere; ma chi le ha lanciate? Stoviglie, soprammobili e vetri sono stati fatti a pezzi, mobili pesanti sono stati spostati, quadri sono saltati giù dalle pareti: ma i testimoni dichiarano che, benché fossero presenti, non hanno visto alcun essere umano avvicinarsi ad essi. Ora, sarebbe veramente troppo voler sostenere che un qualche individuo possegga tali requisiti fisici da poter far volare col solo pensiero degli oggetti materiali a lui estranei, facendo loro percorrere dei giri a piacere; o abbia la facoltà di poter smuovere i mobili, portar via il contenuto da ripostigli chiusi a chiave, o appiccare il fuoco a una tenda col solo guardarla. Quale sia la natura degli esseri che operano questi prodigi non è nostro compito stabilire. Ecclesiastici di ogni religione del diciassettesimo secolo erano convinti che questi fenomeni allarmanti fossero opera esclusiva del demonio. Io non sono in grado di dire che avessero torto, benché questa soluzione non possa – lo ammetto – essere accettata come verità assoluta. Ma sia come si voglia, abbiamo il diritto di sfidare i materialisti, che negano la possibilità dei miracoli, o a dare una spiegazione naturale a queste straordinarie manifestazioni di poltergeist, oppure a fornire ragioni fondate per respingere il cumulo di prove dalle quali risulta la loro realtà.»