BozzanoContinuando in questa ideale inchiesta sulle opinioni relative ai poltergeist, è la volta ora del prolifico autore spiritista Ernesto Bozzano, che all’argomento ha dedicato una trattazione piuttosto articolata all’interno del volume Dei fenomeni di infestazione, pubblicato in prima edizione nel 1916 e riproposto più volte con aggiunte e precisazioni nel 1936, 1942, 1948 e 1967. Nella descrizione fenomenologica dei casi che venivano all’epoca detti genericamente “infestazione” quell’autore ha dettagliato una specifica differenza tra due classi di eventi, contrassegnati rispettivamente da esperienze “psichiche” soggettive e da fenomeni fisici oggettivi. Riporto integralmente alcuni brani significativi di quel volume, sebbene varie espressioni linguistiche appaiano oggi particolarmente “vecchio stile” e comprensibili con qualche difficoltà (lo erano anche ai suoi tempi!).

«… i fenomeni d’infestazione… comprendono due categorie radicalmente diverse di manifestazioni: da una parte quelle subbiettive o allucinatorie, dall’altra quelle obbiettive o fisiche. E qualora si analizzino le caratteristiche proprie a ciascuna categoria, si rilevano altre importanti differenze tra di loro, le quali consistono in ciò, che i fenomeni d’infestazione a estrinsecazione subbiettiva persistono lungamente nel tempo, coincidono di regola con qualche evento di morte occorso nei locali infestati, e sono contrassegnati dalle apparizioni di fantasmi; laddove quelli ad estrinsecazione obbiettiva presentano invece durata brevissima, non coincidono che raramente con eventi di morte, e non si accompagnano quasi mai ad apparizioni di fantasmi. Inoltre, essi posseggono la caratteristica specialissima di essere in rapporto diretto con la presenza di un “sensitivo”. In altri termini: i primi appariscono fenomeni d’ordine prevalentemente telepatico, e i secondi, d’ordine prevalentemente medianico.»

troublesDefinite le due categorie come “fenomeni d’infestazione propriamente detta” e “fenomeni di poltergeist” (pur ammettendo l’esistenza di vicende promiscue) Bozzano forniva una breve “statistica” della documentazione in suo possesso: è bene però specificare che della lista dei casi a cui fa riferimento non si è mai trovata la minima traccia.

«I casi d’infestazione da me ritenuti sufficientemente documentati per utilizzarli quali dati statistici, sommano in tutto a 532; fra i quali ve ne hanno […] 374 appartenenti alla categoria dei “fenomeni d’infestazione propriamente detta” e 158 a quella dei “fenomeni di poltergeist”; dimodoché questi ultimi si verificherebbero nella proporzione del 28 per cento al confronto dei primi.

Considerando separatamente le categorie, osserverò come in quella dei fenomeni di poltergeist si rinvengano pochi dati statistici interessanti. Noterò 46 casi di sassaiole, 39 casi di campanelli suonanti spontaneamente, 7 casi di fenomeni incendiari, ed altri 7 casi auditivi in cui voci umane reali chiamavano i famigliari, o rispondevano alle loro chiamate, o interloquivano lungamente e frequentemente, impartendo consigli e ordini.»

Libro«Altra caratteristica dei fenomeni in esame è la loro grande uniformità, che si conserva tale in qualunque tempo e in qualunque luogo. Dovunque i fenomeni si manifestino, il loro ristretto programma non muta, come non mutano le modalità di estrinsecazione; per cui si leggono esempi di sassaiole occorse in Cina, al Giappone, nello Zululand, fra le jungle dell’India, nella Nuova Zelanda e in Patagonia, le quali si svolgono con le identiche modalità contrarie alle leggi fisiche: e una siffatta concordanza di osservazioni riveste indubbiamente una grande importanza teorica, mentre testifica sull’autenticità dei fatti. Un’ultima loro caratteristica consiste nella loro breve durata; ciò che li diversifica ancora dai fenomeni “d’infestazione propriamente detta”, i quali persistono ordinariamente a lungo, e talora sormontano i secoli; laddove quelli di poltergeist si esauriscono ordinariamente in pochi giorni, o tutto al più in qualche mese, per non più ripetersi.»

Riguardo ai fattori che determinerebbero la manifestazione dei poltergeist, Bozzano affermava:

«Sembrerebbe… che a determinare i fenomeni di poltergeist si richieda che al fattore principale costituito dal sensitivo si abbiano a combinare una causa “occasionale” e un’altra “locale”; alla guisa di quanto avviene per l’estrinsecazione dei fenomeni “d’infestazione propriamente detta”. Circa la causa “occasionale”, nulla di preciso è lecito asserire, poiché di regola i fenomeni non lasciano trapelare indizi sufficienti a orientare il pensiero, salvo i casi in cui le manifestazioni sembrano collegarsi a un evento di morte occorso nella casa infestata. In merito alla causa “locale”, essa emerge dal seguente raffronto di circostanze in contrasto: l’una, che allontanando il sensitivo dalla casa infestata, i fenomeni s’interrompono più o meno bruscamente, per riprendere non appena egli ritorni (dunque il nesso causale tra il sensitivo e i fenomeni risulta palese); l’altra, che le manifestazioni non seguono quasi mai il sensitivo nella nuova dimora (dunque risulta ugualmente palese l’esistenza di una causa “locale” dei fenomeni). In che consista questa causa o influenza locale appare arduo il compenetrare; e a volerne dare ragione senza dipartirsi dalla cerchia delle ipotesi naturalistiche, si avrebbe a presumere che negli ambienti infestati si generino delle correnti di energia ignorate, le quali combinandosi alle irradiazioni “telekinesiche” del sensitivo, diano luogo ai fenomeni di poltergeist; nel qual caso l’intelligenza e l’intenzionalità rudimentali che li dirigono dovrebbero attribuirsi alla comparsa di una personalità effimera avente sede nella subcoscienza del sensitivo stesso.

Senonché tale ipotesi, facile ad enunciare, risulta difficilmente applicabile ai singoli casi, le cui modalità stupefacenti di estrinsecazione disorientano completamente l’indagatore ogni qual volta egli si faccia ad analizzarle, compararle, classificarle; senza tener conto di alcuni episodi impressionanti a forma persecutoria, pei quali ci si sentirebbe indotti a far capo a interventi estrinseci di natura spiritica, presumibilmente analoghi a quelli che si manifestano in talune sedute sperimentali ad effetti fisici.

Mi si potrebbe obbiettare che neanche l’ipotesi spiritica spiega la circostanza del sensitivo che, quando si allontana dalla casa infestata, i fenomeni non lo seguono nella nuova dimora; e non la spiega, perché non si saprebbe concepire come mai non riesca a uno “spirito” di seguire ovunque il proprio medium. Rispondo che la soluzione di siffatta perplessità si connette presumibilmente all’esistenza di una “causa locale”… che dovrebbe esercitare la propria influenza sui fenomeni indipendentemente dalla loro origine.»

È su simili presupposti e constatazioni che Bozzano spiegava di aver “dedotto” l’origine spiritica dei poltergeist.

«L’origine supernormale o spiritica, dei fenomeni di poltergeist risultava palese dalle modalità con cui si estrinsecavano. Lo provavano anzitutto gli episodi dei proiettili [sassi lanciati] che deviavano in aria per non lasciarsi cogliere, che rallentavano la loro corsa, che descrivevano in aria traiettorie capricciose, che colpivano con mirabile precisione il bersaglio prestabilito, che passavano attraverso spiragli di porte e di finestre, e sopratutto che penetravano in ambienti ermeticamente chiusi; nelle quali ultime circostanze essi risultavano caldi al contatto… Venivano quindi le prove dedotte dalle circostanze notevolissime dei proiettili che quando colpivano le persone non cagionavano loro alcun male, mentre frantumavano il vasellame; e delle fiamme che avvolgevano la vittima, ne carbonizzavano le vesti senza ustionare la persona… Venivano infine le prove dedotte dai non rari esempi di poltergeist che a somiglianza di quelli “d’infestazione propriamente detta” si dimostravano in rapporto con un evento di morte; e ciò fino a notarsi la cessazione delle manifestazioni non appena conseguito lo scopo per cui si erano evidentemente determinate; la quale circostanza equivaleva a una buona prova indiretta d’identificazione spiritica.

Ci si trovava pertanto di fronte a un complesso di prove tutte convergenti verso la dimostrazione dell’origine spiritica di molti fenomeni di poltergeist; e in linea di massima, non pareva possibile evitare siffatta conclusione, malgrado i rapporti ordinariamente esistenti tra lo svolgersi dei fenomeni e la presenza di un “sensitivo”, il quale presumibilmente fungeva da strumento in potere di terzi e nulla più.»

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