Senza titolo-0Tra il 26 aprile e il 15 giugno del 2010 – ma dalle nostre parti lo si è saputo soltanto ora – in un asilo di Lalm in Norvegia (a quasi 300 chilometri a nord ovest di Oslo) decine di persone hanno testimoniato un’attività di poltergeist in piena regola. Sassolini, tazze, bicchieri, vasetti, matite, e insomma una gran quantità di oggetti e giocattoli che si trovano comunemente in qualsiasi asilo, sono stati visti volare per le stanze, cadere dal soffitto, spostarsi da un tavolinetto all’altro, senza che si riuscisse a scorgere l’origine o la causa dei movimenti. Messi uno di fila all’altro in un resoconto scritto degli avvenimenti, questi effetti anomali sembra abbiano superato il numero di 90, finendo sotto gli occhi di non meno di 20 persone adulte, per non mettere nel conto i racconti – indubbiamente incerti e un po’ confusi – dei bambini che frequentavano quell’asilo.

Senza titolo-1Le autorità, che in un primo momento avevano preso sottogamba la faccenda, di fronte alle inquietudini delle maestre e dei genitori alla fine si sono decise a richiedere l’intervento di un esperto e si sono rivolte così a un accreditato psicologo universitario di Oslo. Che è andato sul posto per condurre di persona un’indagine, facendosi accompagnare da un fisico della sua università. E il risultato dell’“ispezione”, durata alcuni giorni, non è stato nullo, perché anche i due accademici hanno avuto occasione di assistere a strani fenomeni, dettagliatamente descritti in un rapporto ufficiale, nel quale si legge tra l’altro di oggetti visti “comparire improvvisamente dal niente” in prossimità del soffitto e poi cadere secondo varie traiettorie, di altri “volare” in orizzontale da una stanza all’altra, di un palloncino luminoso attaccato a un filo che si metteva a oscillare senza che nessuno lo toccasse, di una matita scrivere “da sola” su un foglio senza che si vedessero delle dita o un qualunque congegno sorreggerla e muoverla, e così via.

Kjell_Flekkoy2Per l’autorevolezza dello psicologo in questione (per chi conosce le accademie norvegesi, si tratta di Kjell Flekkøy, professore emerito di neuropsicologia) nessuno ha avanzato dubbi seri su quanto era stato constatato nell’asilo nei tre mesi in cui è durato il poltergeist. Aperta è rimasta invece la questione dell’interpretazione da dare ai fenomeni, che è stata a lungo discussa per cercare di assegnarla a una delle seguenti possibilità: scherzi fatti dai bambini, pure bugie, una psicosi contagiosa, un’illusione di massa, giochi da prestigiatori, effetti fisici reali. Lo psicologo ha finito per propendere chiaramente per quest’ultima eventualità, ribadendo che si era trattato di fenomeni oggettivi prodottisi in assenza di trucchi. Il limite di una simile “spiegazione” è evidente e sta nel non essere affatto una spiegazione bensì solo la riaffermazione di un fatto. Occorrerà andare molto più a fondo, in circostanze di questo tipo, prima di poter dire qualcosa di più sul perché e come accadono cose del genere.

2 pensieri riguardo “Un poltergeist all’asilo

  1. E’ tutto molto affascinante, ma c’è un però: l’evento accade nel 2010, nel 2010 la tecnologia digitale è alla portata di tutti e a nessuno di loro viene in mente di riprendere? Date le circostanze vedo solo confirmation bias e suvvia lo sappiamo che in questi casi serve sempre almeno un illusionista per accertarsi che non ci siano trucchi.

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