PP-IMG-1Quattro fascicoli distribuiti in 2 anni, 476 pagine, per un totale di 25 articoli principali alcuni dei quali in più puntate, due inchieste rivolte tanto agli studiosi quanto ai lettori, e rubriche varie, di recensioni e segnalazioni librarie, commenti, lettere in redazione Sono questi in termini editoriali, cioè essenzialmente “esteriori”, i dati che connotano la rivista internazionale Parapsicologia, uscita nel 1955 e 1956 a cura dei principali esponenti della Società Italiana di Parapsicologia, sotto il marchio dei Fratelli Bocca Editori e la direzione di William Mackenzie.

Dal punto di vista degli autori, si notano in quei quattro fascicoli personaggi italiani e stranieri certamente conosciuti ancora oggi a chiunque si interessi di parapsicologia, come Emilio Servadio, Nandor Fodor, Enrico Marabini, W.H.C. Tenhaeff; nonché personalità ormai in gran parte dimenticate, come Giovanni Schepis (un autore dimenticato ma di grande valore sul quale sto realizzando uno studio analitico), Jule Eisenbud, René Sudre, Robert Amadou, Alain Assailly, Giorgio Rabbeno, Ricardo Musso – per non lasciare che allo stadio di semplice citazione, invece, nomi molto discutibili quali quelli di Lidio Cipriani e di Giulio Cogni.

Nel merito dei “contenuti”, quel che si nota è la stretta aderenza di tutti gli articoli – scelti o commissionati personalmente da Mackenzie – alla linea editoriale espressa nel titolo, ovvero la parapsicologia in tutte le sue articolazioni. Alcuni di quei testi conservano una certa validità ancora oggi, mentre altri – per esempio sintesi e commenti su convegni o eventi d’attualità – hanno ormai un interesse puramente storico. Per seguire l’ordine cronologico di pubblicazione, si possono segnalare dal primo numero della rivista: un articolo originale del docente universitario Gutierre Tibón (in prefazione definito di origini italiane residente in Messico) sulle esperienze di materializzazione del medium messicano Luigi Martinez, del quale credo non sia mai stato pubblicato altro, in italiano; e la rima puntata di un testo dello psicoanalista americano Jule Eisenbud dedicato al tema dei rapporti tra psicoanalisi e telepatia. Dopo aver ricordato alcune osservazioni di Freud pertinenti all’argomento, Eisenbud riferiva osservazioni personali condotte sia nel corso della pratica professionale sia a seguito di esperimenti realizzati secondo una metodologia apposita: argomento che Eisenbud avrebbe in seguito sviluppato in un volume.

PP-IMG-2Nel secondo numero di Parapsicologia si segnalano in particolare – e in queste scelte si sente l’impronta del direttore Mackenzie, molto interessato alle interconnessioni della ricerca psichica con la biologia e la filosofia – una rassegna di sintesi del francese Alain Assailly sulle sue ricerche medico-fisiologiche condotte su 43 “sensitive” seguite nel corso delle loro “veggenze”; un testo del filosofo svizzero Maurice Gex, che affronta sia la presenza delle tematiche “parapsicologiche” in filosofi quali Schopenhauer, Durand de Gros, William James e Gabriel Marcel, sia la rilevanza per la parapsicologia attuale dei temi psicobiologici e di concetti fisici di spazio-tempo.

PP-IMG-3Ancora di psicobiologica discute Lidio Cipriani, nel terzo numero della rivista, lo stesso in cui si conclude la pubblicazione dello studio di Eisenbud, mentre due brevi note del medico Oscar Brunicardi riportano altri dati su esperimenti personali effettuati nel campo della medianità e della sensitività.

Più orientato a dare una sorta di rassegna delle attività parapsicologiche nel mondo sembra il quarto e ultimo numero di Parapsicologia, nel quale compaiono rassegne su convegni di parapsicologia in Italia e in Francia, nonché un articolo sul “movimento parapsicologico” in Argentina. Tra gli articoli, una posizione dominante hanno due contributi a valenza psicoanalitica, di Servadio (condizionamento emozionale e complementarietà nel fenomeno telepatico) e di Fodor (psicoanalisi di un caso di poltergeist), e un articolato lavoro di Marabini consistente in una discussione di alcuni sogni “paranormali” che avrebbe suscitato, di lì a poco, contrastanti reazioni negli ambienti parapsicologici.

PP-IMG-5Terminava in questo modo, a dicembre del 1956, l’esperienza della rivista di Mackenzie edita dai Fratelli Bocca. Caratterizzata da uno stile proprio, discorsivo e poco tecnico nell’esposizione ma rigoroso nella trattazione dei contenuti, nonché da un espresso afflato internazionalistico (alcuni contributi erano apparsi soltanto in francese, che allora era la lingua straniera più diffusa in Italia e in Europa), il periodico aveva tentato di portare all’attenzione degli specialisti questioni centrali ma fino ad allora poco approfondite dell’indagine parapsicologica, come: la rilevanza di un approccio anche filosofico o biologistico alla materia; le esperienze “medianiche” o di “sensitività” prodotte non dai personaggi celebri dell’epoca classica ma dai non-professionisti, persone “comuni”; la potenziale pervasività di una “lettura” psicoanalitica dei fenomeni e delle persone che ne sono coinvolte. L’eredità di Parapsicologia non si sarebbe comunque dispersa, con la fine della sua breve avventura editoriale, ma sarebbe stata in qualche modo incorporata nel supplemento “Parapsicologia” di Minerva Medica, di cui ho già parlato in questo blog, iniziato proprio nel corso di quello stesso anno 1956.

Un pensiero riguardo “Sfogliando il passato. VIII

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