Si apre il 4 luglio, e andrà avanti fino al 6, a Parigi, il 62esimo Convegno annuale della Parapsychological Association (PA). Da quel che si può stimare dal fascicolo con le sintesi degli interventi programmati, questa sarà probabilmente un’edizione importante in quanto sembra riportare, dopo diverso tempo, il “discorso parapsicologico” entro i binari di un’impostazione classica, dando preminenza alle ricerche sperimentali e originali, e riservando una giusta attenzione alle sole discussioni teoriche che contengono concreti elementi di novità. Esaminare con ordine tutti quei contributi può però diventare noioso: preferisco quindi offrire soltanto qualche spunto, per chi non avrà modo di partecipare al Convegno o leggere in originale gli abstract, suddividendo la segnalazione degli elementi a mio parere più interessanti (ma sottolineo che tale giudizio ha un valore solo soggettivo) in tre segmenti, dedicati ai temi del poltergeist e della psicocinesi, alle ricerche sulle manifestazioni “cognitive”, e alle riconsiderazioni storiche. Cominciando ora proprio da queste ultime.
Nell’insieme dei lavori presentati, o come relazioni lunghe o in altra forma, a farsi notare innanzi tutto è una focalizzazione sul centenario della fondazione dell’Institut Métapsichique International di Parigi, che è anche l’organismo ospitante di questa iniziativa congressuale della PA. Come già accaduto con il più recente numero della pubblicazione divulgativa dell’Associazione Parapsicologica internazionale, Mindfield, l’anniversario è stato il pretesto per analisi e narrazioni storiche su questo primario organismo di ricerca francese, e una sintesi complessiva, che dà ampio risalto all’opera dei suoi primi direttori, Geley e Osty, viene proposta a due voci da Renaud Evrard (autore di un’imponente volume sulla storia della parapsicologia in Francia) e da Mario Varvoglis, che è attuale direttore dell’Institut. Il quale Institut, superata una lunga crisi, sembra essere tornato negli ultimi tempi a rappresentare un forte punto di riferimento per le attività parapsicologiche francesi.
Una relazione di Michael Nahm, che opera all’interno dell’Istituto sulle aree di confine della psicologia e della salute mentale (Igpp) di Friburgo, riesamina un caso storico di poltergeist/infestazione (a base di colpi, rumori e disturbi fisici), avvenuto nel 1836-37 in un penitenziario tedesco e riferito all’epoca, dopo un’indagine diretta e con una gran messe di dettagli, da Justinus Kerner; un personaggio del quale molti conoscono l’opera misticheggiante sulla “veggente di Prevost”, ma che pochi sanno essere stato un medico, scienziato e letterato di grandissimo valore. Penalizzato dalla mancanza di traduzioni in lingue diverse dall’originale, il rapporto di Kerner su quel caso merita senz’altro uno sguardo più ravvicinato, per estrarre eventualmente da quelle pagine deduzioni e indicazioni che possano tornare utili nella ricerca attuale su manifestazioni di quella tipologia.

Del medium Pasquale Erto e, in particolare, delle sedute avute con lui nel 1932 da Emilio Servadio tratta la relazione presentata da Giulio Caratelli e Maria Luisa Felici, che propongono anche una panoramica dell’attività svolta da Erto in Italia, in Francia e in Inghilterra. Più volte colto sul fatto mentre falsificava i suoi fenomeni, altre volte soltanto accusato di averlo fatto, Erto non è riuscito a conquistare le “vette” di notorietà e autorevolezza raggiunte da altri medium italiani del Novecento, e tuttavia rimane un personaggio di indubbio interesse proprio grazie all’analisi psicologica e psicoanalitica dei suoi fenomeni compiuta da Servadio, rimasta per lungo tempo secretata.
L’austriaco Peter Mulacz, già autore di vari studi su attività parapsicologiche condotte in passato in aree di lingua tedesca, incentra questa volta la sua attenzione su 3 delle 4 sedute di Willi Schneider alle quali assistette lo scrittore Thomas Mann. Il romanziere preparò su quelle esperienze sia un resoconto formale, pubblicato poi assieme ad altri da Schrenck-Notzing, sia una relazione “popolare”, utilizzata per alcune conferenze e per una piccola pubblicazione apposita. Infine, una “trasposizione letteraria” di quelle osservazioni fu inserita nell’opera La montagna incantata, dove però la vicenda per esigenze narrative assume una tonalità spiritualistica piuttosto lontana dalle propensioni personali di Mann. Da una lettura attenta di quelle diverse versioni Mulacz trae interessanti indicazioni per capire meglio tanto gli aspetti cruciali della testimonianza quanto la dinamica dei fenomeni del medium Willi Schneider.
L’americano Christopher Senn discute invece l’atteggiamento di Joseph Banks e Louisa Rhine nei confronti dei fenomeni parapsicologici, così come apparivano dalla sperimentazione di laboratorio, evidenziando quanto la loro posizione fosse contrapposta a quella religiosa. Per un verso, i due parapsicologi tendevano a interpretare come esempi di Esp e di Pk le manifestazioni eccezionali attribuite ai santi; dall’altro attribuivano ai fenomeni parapsicologici una natura e un’origine esclusivamente umane e non divine. Riconoscere tutto ciò sembra, a prima vista, un’ovvietà, ma considerando quante volte nell’arco del tempo ai coniugi Rhine e in generale ai parapsicologi sono stati “imputati” atteggiamenti misticheggianti e pseudoreligiosi, una messa a punto come quella discussa ora a Parigi appare tutt’altro che superflua.
Infine (ma la sezione “storica” della Convention della PA comprende altre relazioni qui non sintetizzate), Bradley Bartholomew, un “ricercatore indipendente” francese, propone una propria ipotesi per convalidare la dichiarata facoltà di Mesmer di influenzare il “fluido magnetico” dei suoi pazienti. Nell’opinione di Bartholomew le affermazioni di Mesmer sarebbero verosimili sulla base del fatto che la ferritina, materiale magnetico presente anche nel corpo umano, potrebbe reagire alle onde elettromagnetiche di bassa frequenza che emanano dal cervello umano. Una tesi ovviamente assai discutibile, che non mancherà probabilmente di attirarsi seguaci e avversari.
Sempre testimonianze interessanti e contributi validissimi, utili anche a chi, assai poco all’altezza dei temi proposti, percepisce però il valore scientifico e storico del settore di ricerca.
Psi Report è un ottimo compagno di viaggio.
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Grazie, è molto gentile.
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