Un altro libro su Rol: e probabilmente non l’ultimo, vista la notorietà e la rilevanza del personaggio. A differenza però di molta parte delle opere pubblicate finora, che già riempiono gli scaffali delle librerie di tutti gli appassionati, questo contiene un gran numero di note e di informazioni sulla vita intima di Rol riprese dai suoi scritti privati – diari, lettere, annotazioni – che l’autrice del volume ha potuto consultare direttamente sugli originali ancora conservati. Emerge da questi materiali la figura di una persona che fin da giovane si è sentita come gravata da un “destino” particolare, che le avrebbe imposto una grande responsabilità e un’impegnativa missione da svolgere a favore del prossimo. Cosa che poi Rol avrebbe davvero effettuato, in forme e modi differenti a seconda delle varie età e delle circostanze della sua vita, come è efficacemente ricordato non solo sulla base di inverificate affermazioni del biografato, ma soprattutto su dati e documenti storici precisi.
È in questo ritratto biografico “intimo” l’aspetto più peculiare di questo libro, che porta il lettore a entrare direttamente nell’animo – o meglio, negli stati d’animo – di Rol, che già nelle fasi precedenti l’epoca della massima notorietà si stagliava come una personalità di assoluto rilievo e carattere, malgrado convivessero in lui atteggiamenti di pronunciata acquiescenza emotiva ai genitori, e in particolare al padre, tipici presso le classi benestanti e altoborghesi d’Italia nei primi decenni del Novecento. Una spiccata predominanza viene data, in questa parte del volume, alle “scelte” professionali compiute, che portarono Rol dalla posizione di dipendente di istituto di credito a quella autonoma di antiquario e amante dell’arte che ha la possibilità di muoversi liberamente secondo le proprie propensioni, negli ambienti economici e culturali che più lo soddisfacevano.
In altri capitoli del volume sono ben riassunti e posti a confronto sia i famosi “esperimenti” che Rol compiva specialmente con le carte da gioco a beneficio di coloro che venivano accolti come ospiti in casa sua, sia gli atteggiamenti tenuti nei confronti dei suoi “poteri” da quanti avevano avuto occasione di testimoniarli. Vocaboli, esperimenti e poteri, che vanno necessariamente accolti con riserva, perché né gli uni né gli altri sono mai stati dimostrati in maniera inoppugnabile: invitato a sottoporsi a controlli, Rol stesso rifiutò di farlo, ben consapevole che ciò avrebbe impedito per sempre di comprendere la reale natura delle sue esibizioni. Bene ha fatto dunque – a parere dell’autore di questa segnalazione – Paola Giovetti a non dare a questi ultimi aspetti un rilievo dominante nel volume, perché si tratta indubbiamente di ben poca cosa a fronte delle azioni e attività “ordinarie” di Rol, al cui merito va ascritto il fatto di essersi davvero dato da fare per aiutare molte persone, senza per questo cercare compensi o riconoscimenti pubblici. Questo testo ci prospetta perciò un’immagine rimasta in gran parte celata sotto quella del “creatore di fenomeni oltre l’ordinario”, che merita di essere portata in superficie in quanto esprime in maniera più vera e sincera di ogni altra chi davvero è stato quell’atipico personaggio che fu Rol.