Senza titolo-1Coglie di sorpresa scoprire il nome di Eusapia Palladino, stampato a tutte lettere maiuscole (com’era uso per riguardo alle signore), nel bel mezzo di una pagina di aspiranti abbonati alla rivista del Touring Club Italiano dell’aprile del 1907. Che poteva farsene, una donna senza dubbio analfabeta, di una pubblicazione del genere, tutta dedita al turismo, alla descrizione delle bellezze dei luoghi e allo sport? Sfogliarla senza capir niente del testo, limitandosi a guardare le numerose fotografie? Passarla a qualcuno della sua famiglia (il marito, il cognato) capace di leggere? Regalarla ai vicini di casa, o forse a uno dei ragazzi verso i quali si dimostrava materna e affettuosa, lei che non aveva mai avuto figli propri?

Non ho trovato indicazioni di nessun genere capaci di orientare verso una risposta attendibile o verosimile, per cui è obbligo ammettere che il quesito non ha – al momento – spiegazione. Si può solo pensare, viaggiando più sulle volute dell’immaginazione che sui ferrei binari della logica, che la decisione di Eusapia fosse in qualche modo un atto di omaggio, o di ricordo, nei confronti del suo mentore Ercole Chiaia, con cui aveva in verità già diradato i rapporti da molto, e che era morto a marzo del 1905 disgraziatamente finendo sotto le ruote di un tram elettrico.

immagine IntestazioneSì, perché una dozzina d’anni prima, e cioè nel 1894, Chiaia era stato il promotore della creazione a Napoli di uno Sporting Club, un circolo riservato a tutti gli appassionati di “bicicletti” (non è un mio refuso: il nome del veicolo a due-ruote era all’epoca di genere prettamente maschile, diminutivo di biciclo). Tra loro, questi sportivi si chiamavano velocipedisti e l’attività sociale che portavano avanti consisteva nell’organizzare raduni e competizioni alla ricerca di qualche premio, di un po’ di fama e di molto divertimento. Tra gli amministratori dello Sporting Club, accanto ad alcuni titolati – un principe, un conte e due marchesi – a un militare e a una manciata di professionisti, Chiaia piazzò suo figlio Edgardo, che ebbe così modo di farsi conoscere come un appassionato di giochi (fama mantenuta nel tempo, divenendo un punto di riferimento nella sua città per il gioco di carte dello “scopone”).

Intest BiciclettIn quello scorcio di fine Ottocento il mondo dei ciclisti veniva rappresentato soprattutto da due periodici: l’agile e snella Illustrazione ciclistica, rivista settimanale dello sport velocipedistico (dalla quale ho tratto le poche informazioni di cui sopra sullo Sporting Club napoletano) e il ponderoso mensile Touring Club Italiano, che oltre all’interesse sportivo, principalmente ciclistico, coltivava ambizioni geografiche e turistiche. Alla fine del secolo le due iniziative e i due periodici si fusero, o meglio il Touring inglobò i velocipedisti e la rivista divenne la più autorevole voce italiana per qualunque tipo di “spostamento” non ferroviario.

Intest TouringChissà dunque, per tornare alla sconcertante richiesta di abbonamento di Eusapia Palladino, se la donna era stata coinvolta da Chiaia nell’interesse per i velocipedi; o chissà se il gesto intendeva essere un tardivo riavvicinamento allo “spirito” di colui che, traendola da giovane dalla semi-oscurità nella quale vivacchiava, l’aveva portata a diventare una celebrità internazionale. Come che sia, la notizia è un piccolo squarcio sulle vite private di quella medium e del suo primo mentore, che meriterebbero forse d’esser meglio conosciute, per poterne valutare appieno anche la dimensione pubblica.