Eusapia and her phenomena pag 8Federico Garlanda è stato un letterato, docente universitario e parlamentare che è ricordato oggi soprattutto per essere stato il fondatore (e principale animatore) di una singolare rivista, Minerva, costruita esclusivamente con sintesi ed estratti di articoli usciti su numerose testate, italiane e straniere. Non dedito specificamente ad alcun tema principale, i suoi interessi spaziavano su tutti i campi della cultura, della cronaca e delle innovazioni, mirando soprattutto a dare una fotografia fedele dell’evoluzione del pensiero e della società dei suoi tempi.

Nel numero di settembre 1911 di Minerva, ormai sottotitolata Rivista delle riviste, Garlanda proponeva la sintesi di un articolo sullo spiritismo uscito nell’agosto precedente sulla francese Bibliothèque Universelle a firma di Emile Lombard. Oltre ad alcune informazioni e considerazioni generiche dell’autore francese – di cui riporto qui solo un brano, funzionale a comprendere meglio il seguito – ciò che può interessare nel presente contesto è la breve descrizione di una seduta di Eusapia Palladino, finora del tutto sconosciuta, cui Garlanda aveva partecipato personalmente pochi anni prima. Per renderla meglio identificabile, contrassegno con un colore questa parte del testo, che si trova in chiusura dell’articolo italiano.

«Oltre questa specie di fenomeni [telepatia, psicometria etc.] vi son quelli che possono chiamarsi psicodinamici: i movimenti d’oggetti senza contatto (telechinesia), i colpi o scricchiolii che si producono nei mobili o nei muri, le materializzazioni di ogni genere (impronte ottenute a distanza sulla creta molle, apparizioni luminose, formazioni di fantasmi).

«Checché si pensi della loro obiettività fisica, certo è che questi fenomeni non si avverano se non con la presenza di certe persone, i medium.

«I medium spesso ingannano, coscientemente o incoscientemente; ma la scoperta di un inganno non basta a distruggere i risultati ottenuti, prima e dopo di esso, con lo stesso medium. Ciò è da dirsi specialmente riguardo alla celebre medium Eusapia Palladino. “Squalificata” nel 1895 dalla Society for Psychical Research dopo i disastrosi esperimenti di Cambridge ove era stata colta in flagrante delitto di frode, Eusapia continuò ad essere studiata da alcuni scienziati curanti più della verità che della loro reputazione scientifica. Molti di essi, prima scettici, si dichiararono, dopo gli esperimenti, persuasi. Ma la più bella rivincita di Eusapia fu quella ottenuta in undici sedute, dopo le quali tre maestri di prestidigitazione, espertissimi nell’arte di smascherare i falsi medium, affermarono recisamente che nessun inganno poteva spiegare i fenomeni svoltisi sotto i loro occhi (novembre e dicembre 1908).

«Il Flournoy ammette la verità dei fenomeni di telechinesia, per aver assistito, a Parigi nel 1898 e a Monaco di Baviera nel 1903, ad alcune sedute di Eusapia, nelle quali si produssero fenomeni perfettamente concludenti in ottime condizioni di osservazione e di controllo: gonfiamento e sollevamento di pesanti tende separate dal medium da uno spazio pel quale si poteva liberamente passare; sonar d’una cetra posta in luogo lontano da Eusapia; movimenti e salti dello stesso strumento, che infine su lanciato sulla tavola; sensazioni, percepite da tutti gli assistenti, d’una mano invisibile che li toccava e li pizzicava; e tutto ciò mentre le quattro estremità di Eusapia erano guardate e tenute a una distanza e in posizioni che escludevano ogni possibilità di contatto.

«Colui che riassume questo articolo per i lettori di Minerva prese parte nel 1897, in Roma, a una seduta con Eusapia Palladino e assistette al prodursi di fenomeni di telechinesia simili a questi accennati dal Flournoy, e di altri più importanti. Può affermare con sicura coscienza che gli esperimenti si eseguivano con tante precauzioni di scettica diffidenza da escludere assolutamente ogni possibilità d’inganno. Ricorda, fra l’altro, che, finita la seduta, mentre si stava per uscir di casa (si noti, casa di suoi parenti e non del medium), egli disse a Eusapia: “Non potreste ora, in piena luce, far muovere qualche oggetto?” Ella risposte: “Proviamo.” La seduta era stata tenuta con le finestre socchiuse, in una penombra che però non impediva di distinguere perfettamente le cose circostanti; ora invece le finestre erano spalancate ed il sole inondava la stanza. Proprio davanti a una delle finestre si trovava una grande tavola rettangolare, pesante circa trenta chilogrammi. Le sei persone presenti ed Eusapia si presero per mano e formarono un semicerchio da una parte della tavola, alla distanza di circa un metro da essa: dopo alcuni istanti, la tavola si sollevò a un metro e mezzo dal pavimento, restò completamente sospesa in aria per cita quattro secondi, e poi ricadde d’un colpo. Nessuno l’aveva toccata, neanche con la punta d’un dito.»