Tre racconti vittorianiFederico Maderno, Tre racconti vittoriani, 300 pagine, euro 22,00, edizioni Youcanprint 2023.

Invertendo le consuetudini, voglio iniziare questo breve commento del volume di Federico Maderno con una notazione che viene relegata di solito alle ultime righe di una recensione: il libro è decisamente piacevole da leggere, perché la scrittura procede sciolta e veloce, e in maniera assolutamente naturale, per tutta l’estensione del testo. Non è comune trovare oggi nei libri di narrativa (e men che mai in quelli di saggistica, anche scritti da giornalisti) un’agilità di movimento tra le parole e le espressioni, una linearità nei dialoghi, una gradevolezza nelle descrizioni d’ambiente, come quelle che si riscontrano in quest’opera, che introdotta da un titolo un po’ cupo e una copertina ombrosa, si rivela invece di lettura veloce e felice. Una combinazione di fattori che non si è prodotta per caso, dato che la si ritrova in tutte le precedenti prove letterarie di Maderno.

Ma i pregi del libro qui discusso non si limitano a questo solo elemento. Decisamente notevole è anche la creatività dimostrata nell’inventare storie originali, storie che aleggiano in un altro tempo e un’altra epoca, e che pure sono profondamente radicate in un contesto ambientale reale e riconoscibile, concreto e duro. Storie di fantasia, certo, ma anche colorate da un impressionante tocco di veridicità.

Il libro si compone di tre racconti lunghi, ciascuno dei quali è chiuso in sé e non deborda verso gli altri. Il primo, che mette in scena ma ribalta il topos della casa infestata, consiste in una storia presente che si rivela, pian piano, attorcigliata a un passato che non è svanito con il tempo, un passato nascosto nelle profondità della psicologia dei protagonisti e pronto a manifestarsi come una sorta di banale orrore quotidiano.

La seconda vicenda prende spunto dalla nota questione del furto di cadaveri, che sembrava piuttosto comune in quell’Inghilterra vittoriana che si lacerava tra la spinta al progresso della scienza e della tecnica, e l’attrazione per l’ignoto e il misterioso. Più che ripercorrere una storia macabra, però, il racconto di Maderno – che non si nega alle descrizioni crude e mefitiche – prende una direzione originale che intende disorientare il lettore facendogli percepire la difficoltà di capire, a volte, che cosa è bene e che cosa è male, o la necessità di dover rinunciare talora ai vantaggi del progresso, rimanendo nei propri limiti naturali perché «in fondo, è giusto così», come dicono le ultime parole del racconto.

Infine, l’ultimo centinaio di pagine è dedicato alla terza storia, elaborata entro la tradizione delle classiche sedute medianiche, con tanto di fenomeni impressionanti e testimonianze eclatanti, ma sempre aperte alle controversie e alle diverse interpretazioni. Anche in questo caso, non rivelo i dettagli della vicenda per non togliere a nessuno il piacere di seguire il caso leggendo direttamente il libro (che si può ordinare sulle piattaforme online di Feltrinelli o Mondadori o simili). Voglio sottolineare però ancora una volta l’originalità della trovata che sorregge l’enigma centrale della narrazione, che non potrà non essere apprezzata tanto da chi è ignaro o ripugna le suggestioni dell’occulto, quanto da chi si sente affascinato dal regno notturno dei segreti e dei misteri.

Una raccolta di racconti, dunque, che a parere del sottoscritto merita proprio fare, a mente serena e disponibile.