0-acquaProbabilmente se ne sono accorti in pochi, ma più o meno un mese fa a Roma è avvenuto il fenomeno più importante nella storia della conoscenza umana di cui si sia mai avuta notizia: in un campione d’acqua si sono improvvisamente modificati diversi parametri chimici, come il grado di acidità, il potenziale di ossidoriduzione, la quantità di arsenico disciolto. Motivo? Lo sforzo di modificare per via mentale le caratteristiche fisico-chimiche di quell’acqua compiuto, una settimana più tardi, da 120 volontari coordinati da Umberto Di Grazia (qui e qui). Avete letto bene: per via mentale, e una settimana dopo. Ovvero: al momento dell’analisi sull’acqua quelle 120 persone erano – come si dice – in tutt’altre faccende affaccendate, e soltanto la settimana successiva sono state invitate a stravolgere mentalmente il campione di liquido. Dunque – ci dicono gli autori dell’esperimento – l’impulso psichico ha viaggiato all’indietro nel tempo e ha provocato i cambiamenti evidenziati dalle misurazioni strumentali. Bello, no? Un vero e proprio miracolo in laboratorio: la trasmutazione di acqua arsenicata in acqua un po’ più limpida, grazie alla scomparsa dell’arsenico.

Bene. Tutto ciò, più qualche altro dettaglio non meno stupefacente (per esempio, la parziale ricomparsa dell’arsenico in coincidenza con l’impegno mentale dei volontari), è quanto rivelano alcuni comunicati emanati dagli autori dell’“eccezionale scoperta”, il detto Umberto di Grazia e un tal Prof. Ezio Gagliardi, che nel riferire la faccenda non esitano concordemente ad affermare: «Gli effetti sulla struttura dell’acqua si sono avuti 7 giorni prima che iniziasse la prova da remoto e riconfermano che in questo tipo di esperimenti saltano le misure di tempo e spazio. Data l’eccezionalità del tipo di esperimento, mai effettuato finora, modificare chimicamente un campione d’acqua da remoto, [sottolineatura loro] il test verrà ripetuto perfezionando la tecnica relativa all’intenzione».

0-Acqua-2Che dire? Che è difficile rimanere seri di fronte a una corbelleria del genere. Tuttavia, poiché prima o poi questa roba potrebbe diffondersi in Rete e trovare qualcuno che la prenda per buona, proverò adesso a riscrivere con parole mie quello che è successo: e avviso che lo farò accettando per veritiero il resoconto di Di Grazia e Gagliardi, sebbene la quantità di dettagli non riferiti sia enorme e potrebbe condizionare in molti modi l’interpretazione della vicenda. Voglio dire, in altri termini, che non penso abbiano intenzionalmente mistificato qualcosa di rilevante: se lo avessero fatto, la questione ora apparirebbe meno stupida.

Dunque, «a Ronciglione» (ma dove esattamente? e perché lì e non altrove?) è stata prelevata una fiasca d’acqua (naturale? dalle condotte pubbliche? da un deposito stagnante?) che è stata poi portata in laboratorio. Qui è stata versata in «due bottiglie» (sterili? pulite? nuove? sigillate? già usate? identiche o diverse? non ci vien detto), una delle quali è stata definita T, da trattare, l’altra C, da controllo. Sottoposta ad analisi un po’ d’acqua dell’una e un po’ dell’altra bottiglia, alcuni parametri fisico-chimici sono risultati diversi tra T e C.

Sette giorni dopo, 120 persone sono state invitate a «modificare mentalmente le caratteristiche dell’acqua nella bottiglia T», senza specificare quali parametri e in che senso dovessero modificarsi. A quelle persone è stato detto che la loro intenzione avrebbe dovuto produrre la differenziazione tra i due campioni d’acqua. Ma se già 7 giorni prima quei campioni erano differenti (!) e gli “sperimentatori” sapevano che erano differenti (!), la richiesta era chiaramente un bluff, una mistificazione.

Per usare parole ancora più semplici: poniamo che all’inizio della sperimentazione uno dei due liquidi fosse rosso, l’altro blu. Che senso ha, sette giorni più tardi, chiedere di trasformare i due colori affinché diventino diversi? O (qualora gli “sperimentatori” abbiano dato istruzioni più precise) per fare in modo che il liquido rosso diventi rosso?

Per assurdo, sarebbe stato “ragionevole” incitare i volontari a far diventare uguali i campioni (i colori) che erano stati riscontrati diversi. Ma chieder loro di trasformare qualcosa in… esattamente quello che già è, è quanto di più insensato si possa immaginare.

Un pensiero riguardo “Un esperimento “eccezionale veramente”

  1. Tu mi piaci, hai senso critico e non fai il pirla che crede a tutte le fanfarate che tanti pseudo-parapsicologi e pseudo-autoproclamati-senstivi dicono.

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