Una rivista molto rinnovata, sia nell’aspetto grafico che nell’impostazione dei contenuti, gratuita (come era in precedenza) e scaricabile in formato Pdf da un sito ad accesso istantaneo. Così si presenta la nuova serie del Journal of Scientific Exploration (Jse), inaugurata con un primo numero, molto denso, che porta la data di primavera 2022, in questi giorni posizionato sul sito della Society for Scientific Exploration. Un trimestrale consolidato, che fino ad ora non aveva cambiato sostanzialmente nulla del formato originale con cui si era proposto ai lettori 36 anni fa, e dedito a tutti i temi che sembrano collocarsi ai margini o in antitesi alle aree scientifiche e culturali tradizionali. Nella nuova veste, con pagine di formato più grande (21,5 x 28 cm) che consentono l’uso della doppia colonna e una disposizione più ariosa dei testi, il Jse ha accolto alcuni accorgimenti stilistici che lo rendono più rigoroso nell’impostazione metodologica ma più comprensibile a una vasta platea di lettori: ricorso a immagini esplicative, sintesi redazionali sul significato dei lavori pubblicati, commenti e contraddittori su testi controversi, apertura a contributi provenienti anche da ambienti diversi dall’“accademia” e così via. Pur apprezzando la Direzione precedente, molto attenta a questioni metodologiche e “ideologiche”, svolta da un filosofo con grande esperienza nel campo della ricerca parapsicologica come Stephen Braude, non si può non vedere con favore e interesse questo nuovo corso, inaugurato da un altro noto studioso (ragionevolmente “scettico) della ricerca psichica, che è James Houran.
Nel numero appena pubblicato – tutto ovviamente in inglese e del quale posizionerò qui il link non appena disponibile – compaiono cinque “articoli su ricerche svolte”, tre contributi che alimentano una “discussione”, due “saggi” brevi, quattro recensioni (con due commenti riferiti a una di queste ultime) e una presentazione nella quale il nuovo direttore esplicita la sua personale linea editoriale. Limitandomi ai soli temi pertinenti gli studi parapsicologici (vengono trattate anche questioni come la panspermia dal cosmo, la formazione della crosta terrestre, incongrue formazioni naturali…), segnalo: un lavoro importante nel quale sono state confrontate le caratteristiche delle (ormai) cosiddette esperienze anomale e dei sintomi psicotici, raggiungendo la conclusione che i due gruppi di vissuti psichici non sono sovrapponibili; la discussione sul controverso “caso Leininger” di asserita reincarnazione, che presenta considerazioni significative sia per l’episodio specifico che per l’intera impostazione di ricerca in questo settore; la recensione del volume Psychology and the Paranormal, di David Marks, a mio avviso rilevante per due punti cruciali: il “ripensamento” e la cauta apertura ai temi parapsicologici da parte dell’autore, che fino a qualche tempo fa dichiarava posizioni irriducibilmente critiche; e alcune notazioni sulla validità della metanalisi, troppo superficialmente considerata un elemento discriminante nella valutazione delle ricerche in questo settore.
Termino segnalando all’interno di questo fascicolo la pubblicazione di una recensione al volume Bilocazione di Ernesto Bozzano (edizioni Golem Libri), preparata da Carlos Alvarado ma rimasta incompiuta alla sua morte, e completata e risistemata da me. Nel testo, oltre ai contenuti del libro, vengono discusse anche le vecchie concezioni tradizionali sui “corpi sottili”, all’interno delle quali si collocava la posizione di Bozzano.
Egr. Dott. Biondi,
‘stamattina mi è stato segnalato, da persona affidabile e seria, un intervento di tal Gilberto Corbellini (mai cognome fu più appropriato, da… corbellerie) sul “sole 24 ore” che, riassumendo come meglio riesco, intendeva dimostrare come si possa da persone capaci e meritorie diventare improvvisamente stupide e poco intelligenti; a questo proposito, a titolo di esempio, menziona quei premi Nobel che… “sono caduti” nella – a suo dire – trappola dello spiritismo e dei “credenti” nella telepatia, ecc. ecc.
Orbene, in effetti non sono ancora riuscito a trovare, in rete, questo bell’esempio di giornal(a)ismo, potrebbe lei, cortesemente, confermare o meno la notizia riportatami? Ed, eventualmente, con le Sue acclarate e indiscutibili conoscenze, rispondere come di merita questo (Egr.) signore (si fa per dire).
Grazie molte per l’attenzione,
Cordiali saluti
M. Paterlini (RE)
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No, non commenterò affatto il pensiero di Corbellini, per due motivi che poi le dirò, mentre commenterò quello che lei afferma qui. Nel segnalami il “caso Corbellini”, lei gli attribuisce delle affermazioni a sua volta attribuitegli da persona (per lei) affidabile e seria: invece sospetto fortemente che quella persona non sia né affidabile né seria; e che la notizia riportatale non sia esatta. Corbellini è uno dei più validi, attendibili e competenti storici della scienza e della medicina, commentatore di solito acuto e corretto delle questioni e del mondo della ricerca scientifica. Dunque, a prescindere da quello che può aver detto in una singola situazione (questa: che credo si riferisca non a un articolo ma al contributo da lui dato a un libro), sentire che lei e il suo serio segnalatore lo qualificate come “tal”, “egregio” e “signore” (in senso ironico), e ironizzate banalmente sul suo cognome come se la cosa fosse divertente, mi fa pensare che non solo non lo conoscete ma probabilmente avete anche pesantemente equivocato quello che può aver detto. Inutile ribadire, qui, che prima di giudicare alcunché sarebbe serio sapere e capire di che cosa si sta parlando. Poi, a proposito del mio rifiuto a commentare Corbellini, voglio spiegare che: (1) di solito non eseguo ordini altrui per esprimere le “idee” altrui. Se lei pensa di dover esprimere un parere su Corbellini, lo faccia lei – non di nascosto, però: se ritiene di dover dire qualcosa a proposito delle sue affermazioni, lo dica a lui, non ai lettori di un blog estraneo. Quanto meno, Corbellini ha il coraggio delle sue opinioni. (2) Non sento nessun bisogno di rispondere a Corbellini, o a chiunque altro, se pure avesse detto quello che lei gli attribuisce. Non avverto questo bisogno perché non ho da difendere né lo spiritismo né i credenti nella telepatia – o in generale le credenze religiose (tutte posizioni che non condivido); e perché trovo perfettamente legittimo che Corbellini o chiunque altro possa essere contrario a quelle credenze e lo dica. Per fortuna siamo ancora abbastanza liberi, anche di sbagliare. E ora, scavalcando i confini tematici di questo blog, aggiungo che non ho ancora visto, in chi si sente investito del dovere di “criticare i critici” dello spiritismo, della parapsicologia e dell’irrazionalità (siete numerosi…), il minimo fastidio nell’ascoltare le falsità e le stupidaggini (pericolose”) che circolano su un mucchio di altri argomenti, dalla commestibilità dell’olio di palma all’esistenza del Covid, dai motici dell’aggressione all’Ucraina all’utilità del vaccini. Perché le falsità in questi altri campi non vengono avversate alla stessa maniera? Forse perché le si condivide…?
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