Figura-1Qualche tempo dopo la morte, nel 1958, di Ferdinando Cazzamalli che negli ultimi anni della sua vita aveva alimentato contrasti e contrapposizioni nel campo parapsicologico italiano, i maggiori esponenti delle tre Società allora esistenti – l’Aism a Milano, il Csp a Bologna, la Sip a Roma – ripresero cautamente a dialogare per cercare di stabilire una sintonia tra loro e dare maggior forza alla realtà parapsicologica nazionale. I contatti si protrassero a lungo, ma alla fine riuscirono a trovare un primo punto di convergenza: la realizzazione di un’unica rivista che fosse espressione della “parapsicologia organizzata” in Italia. Il progetto richiese qualche tempo per venire alla luce, ma all’inizio del 1963 fu mandato alle stampe il primo numero di un Giornale Italiano per la Ricerca Psichica, che nella descrizione editoriale veniva proclamato «Organo ufficiale della Società Italiana di Parapsicologia, riconosciuta dallo Stato, dell’Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica di Milano, del Centro di Studi Parapsicologici di Bologna». La testata rappresentava un compromesso tra “veti contrapposti”, in quanto con la dicitura ricerca psichica evitava sia il termine parapsicologia che quello metapsichica per non dare preminenza né alla Sip né all’Aism. Direttore della pubblicazione era Giovanni Schepis, docente di statistica all’Università La Sapienza di Roma e presidente della Sip; vicedirettori Piero Cassoli, del Csp, ed Ettore Mengoli dell’Aism.

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Il primo numero del Giornale Italiano per la Ricerca Psichica

Quell’anno furono pubblicati altri due numeri del Giornale, ma il terzo fascicolo (ora diretto da un altro esponente della Sip di Roma, Stefano Somogyi, statistico di origine ungherese che lavorava all’Istat) si apriva con la notizia della morte a Milano di Giovanni Schepis, nel dicembre del 1963, al termine di una conferenza tenuta ai soci dell’Aism. La scomparsa di Schepis, che era stato uno dei più convinti fautori dell’“incontro” fra le tre Società parapsicologiche italiane, ebbe la conseguenza di indebolire il dialogo tra i maggiori esponenti dei tre gruppi e far perdere per strada le buone intenzioni di convegni, ricerche comuni, conferenze, scambio di materiali, espresse negli ultimi anni. Nel corso del 1964 la rivista latitò completamente, finché agli inizi del 1965 gli aderenti alle tre Società ricevettero, a compenso delle quote sociali pagate, un fascicolo di 146 pagine (l’annata precedente aveva raggiunto 192 pagine) che portava la datazione “gennaio-dicembre 1963”, numero 1-3, e aveva come vicedirettore Massimo Inardi in sostituzione di Cassoli. Successivamente l’iniziativa di cooperazione fallì del tutto e da quel momento le tre Società ripresero, chi prima chi dopo, le loro diverse “politiche” di ricerche, conferenze, pubblicazioni.

 

In totale, il Giornale Italiano per la Ricerca Psichica ha pubblicato 25 articoli principali, di cui soltanto 3 di taglio esplicitamente sperimentale. Due si devono alle ricerche effettuate in quel periodo da Cassoli: sull’utilizzo dell’ipnosi (indotta da Mario Bellini) in occasione di interventi chirurgici, e su prove di “lettura della mano” effettuate (assieme ad Alberto Guarino) con una asserita sensitiva bolognese; mentre Giorgio Salvadori, della Sip, ha riferito i risultati di una prova da lui condotta secondo la modalità detta “precognizione a sedia vuota” con l’aiuto di un’altra sensitiva molto popolare a quell’epoca.

Non sono mancati, comunque, articoli di un certo interesse anche se diversi dalle indagini originali. Franco Granone, ad esempio, ha discusso ampiamente dei rapporti tra ipnosi e parapsicologia; Ernesto De Martino ha puntualizzato alcune questioni relative all’approccio etnologico ai fenomeni parapsicologici; Beppino Disertori ha focalizzato alcune possibili interrelazioni tra parapsicologia e psichiatria, come evidenziate dalla sua pratica professionale; Inardi ha presentato una sintetica ma esauriente (per i tempi) panoramica sul tema delle “case infestate”.

Tutti i fascicoli si chiudono poi con una sezione di notizie, recensioni e informazioni sulle tre Società di riferimento, da cui si possono trarre numerosi dati sullo scenario parapsicologico nazionale e internazionale di quei tempi. Tra le (per fortuna poche) “ombre” della pubblicazione, vanno segnalati: qualche articoletto di basso livello su questioni assai discutibili (il destino umano in Oriente legato all’astrologia natale e all’occultismo; accendere lampadine con un puro atto mentale; la possibilità che nuclei psichici extracorporei di più persone si fondano tra loro a formare evanescenti “entità” spiritiche…) e un necrologio enfatico e ammirato scritto da William Mackenzie per il suo «impareggiabile amico» Lidio Cipriani, che è stato una delle personalità italiane più odiose e fosche del Novecento.

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L’ultimo numero del Giornale Italiano per la Ricerca Psichica

Piuttosto buono tuttavia nel complesso il breve corso di questa rivista italiana specialistica di parapsicologia, che non ha mai raggiunto il grande pubblico e ha avuto una circolazione limitata a poche centinaia di copie. Assieme ad altre 3 o 4 testate, va certamente annoverata tra le migliori riviste parapsicologiche pubblicate in Italia, che potrebbe dimostrare una sua validità se qualcuno anche oggi, avendone la possibilità, decidesse di leggersela con calma.

 

4 pensieri riguardo “Sfogliando il passato. II

  1. Very interesting comment about the Giornali. I have seen issues of this journal (at the Parapsychology Foundation library) and I have a few. But is is very difficult to find in the United States, where I live. After reading that Cipriani was “una delle personalità italiane più odiose e fosche del Novecento” I am curious to know more about him. Perhaps Massimo will write a blog about him in the near future.

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    1. Yes, someday I will write a blog about Cipriani. In the meantime, I can tell you that (1) CIpriani is credited to have written the racial laws of the Fascism, in 1938, that forced a lot of people to escape from Italy (among them, Enrico Fermi and Emilio Servadio) and created the conditions for the persecution of the Jews, and he did show a clear racist behaviour during the expeditions that he made in Africa and India after the World War II, by creating problems in the international relations; (2) he did not write anything of relevant for the parapsychology (he only wrote about the behavour of social animals, and a presumed their “collective mind”); (3) he used the Società Italiana di Parapsicologia to conceal himself (as other promoters of Italian racism did, e.g. Cogni, D’Amico, Donaggio, Pende).

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  2. Ritengo sarebbe quanto meno interessante, se scrivesse a proposito del pluri-ostracizzato Pierre Teilhard de Chardin. La sua visione della noosfera è stata personalmente molto illuminante. Sarei lieto di leggere un blog a riguardo da parte sua.

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    1. Sinceramente, sia per la tipicità del personaggio che per le mie competenze, non avevo in programma di scrivere su Theilhard de Chardin, che d’altronde non ha mai occupato un posto di rilievo nell’ambito degli interessi parapsicologici. Comunque la ringrazio della sollecitazione e le prometto che ci penserò.

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